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Dott. Antonello Paulesu
La Prostata - Prostatiti - Iperplasia Prostatica - Carcinoma Prostatico
- la diagnosi del cancro alla prostata
- le terapie del cancro della prostata



01. LA PROSTATECTOMIA RADICALE
02. LA RADIOTERAPIA
03. LA TERAPIA ORMONALE
04. LA BRACHITERAPIA
05. LA CRIOCHIRURGIA
06. Termoablazione prostatica transrettale ecoguidata con ultrasuoni ad alta intensità focalizzati (PTTA/HIFU) nel trattamento del carcinoma prostatico.

01. LA PROSTATECTOMIA RADICALE
La tecnica chirurgica tradizionale usata in tutto il mondo: recentemente sottoposta a revisione critica da alcuni autori. Vediamo insieme il perché.
La prostatectomia radicale consiste nella rimozione chirurgica della prostata e delle vescicole seminali. Se l'operazione viene svolta per via addominale retropubica, vengono rimossi anche i linfonodi pelvici. Se vi è invece un approccio perineale (attraverso lo spazio tra l'ano e lo scroto) la procedura per la rimozione degli stessi deve essere eseguita mediante un altro intervento.
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02. LA RADIOTERAPIA
In molti Paesi la radioterapia è un metodo che viene usato frequentemente: questo è particolarmente vero per gli Stati Uniti. Scopriamo come e quando viene impiegata.
Il cancro alla prostata è, come abbiamo detto, la seconda causa di morte dovuta a tumore negli Usa. Si pensi che ogni anno vengono diagnosticati in questo paese più di 300mila casi. Nel decennio scorso il miglioramento della tecnica diagnostica e la maggior consapevolezza dei cittadini hanno permesso di scoprire e diagnosticare più precocemente questo tipo di tumore, favorendo così una cura adeguata. Le maggiori istituzioni mediche riferiscono che i pazienti il cui tumore è confinato nella ghiandola prostatica hanno una sopravvivenza del 90% a cinque anni e che negli ultimi trent'anni la sopravvivenza generale, indipendentemente dallo stadio iniziale della malattia, è aumentata dal 50 all'80%. A dispetto però di tutti i miglioramenti diagnostici e terapeutici, il numero delle morti causate da tumore alla prostata si è quasi triplicato passando dai 15.000 casi del 1961 ai 41.000 stimati nel 1996.
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03. LA TERAPIA ORMONALE
Questa terapia è un cardine della cura dei tumori prostatici, viene usata anche di concerto con le altre cure per migliorarne l'efficacia.
La terapia di privazione ormonale, anche conosciuta come terapia di ablazione androgena è un metodo radicato del trattamento del tumore della prostata nei suoi svariati stadi. Poiché gli ormoni maschili sono i principali responsabili della crescita del tumore prostatico, per molti anni, l'orchiectomia (rimozione dei testicoli) e l'uso di estrogeni (ormoni femminili), sono stati i principali metodi di cura. Più recentemente è stata introdotta in commercio una terapia ablativa androgena combinata che permette di massimizzare il blocco della produzione degli ormoni maschili.
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04. LA BRACHITERAPIA
Come le altre tecniche presentate, anche questa è stata inventata agli inizi del secolo. Recentemente affinata grazie ai progressi della tecnologia è stata reintrodotta tra le curo in uso.
La brachiterapia è una forma di trattamento basata sulle radiazioni. Piccolissime palline contenenti materiale radiattivo, come lo Iodio-125 o il Palladio-103, sono impiantate direttamente nell'organo che contiene il tumore. Questo tipo di radioterapia è usata da tempo in altri tipi di tumore maligno (all'endometrio, alla mammella, alla testa e al collo). La brachiterapia offre la possibilità di somministrare un'alta dose di radiazioni nella prostata, limitando i danni causati agli organi adiacenti.
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05. LA CHIRUCHIRURGIA
Da diversi anni anche in Italia questa tecnica rielaborata nel corso degli ultimi dieci anni negli Stati Uniti permette la distruzione delle cellule cancerose attraverso il loro congelamento. Vediamo nel dettaglio il suo funzionamento.
Il cancro della prostata è, per tipologia di tumore, la seconda causa di morte nella popolazione maschile. I metodi tradizionali di trattamento per i casi di cancro che siano ristretti alla sola ghiandola prostatica e che non siano fuoriusciti da questa sede sono la prostatectomia radicale (rimozione chirurgica) e la radioterapia. Sfortunatamente a questi trattamenti possono seguire notevoli complicazioni. Alcuni campioni esaminati dopo un trattamento di prostatectomia radicale hanno indicato spesso che il tumore era già diffuso al di fuori della ghiandola prostatica: questo fatto è noto come margine chirurgico positivo, quando cioè il chirurgo non riesce a rimuovere completamente il cancro, e ciò avviene secondo alcuni studi nel 50-60% dei casi, ed è normalmente il risultato di una estensione sottostimata del cancro prima dell'intervento. La radioterapia invece è associata ad un tasso di fallimento che va dal 50 all'80% dei casi. Queste percentuali si basano sulle biopsie effettuate successivamente al trattamento.
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05. LA TERMOABLAZIONE PROSTATICA
La “Prostatic Transrectal Thermo-Ablation” con “High Intensity Focoused Ultrasound” (PTTA/HIFU) si propone quale trattamento mininvasivo del carcinoma prostatico.
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Se desideri avere maggiori informazioni sugli attuali risultati in termini di efficacia nella terapia per cancro alla prostata, sui trattamenti per incontinenza urinaria e prostatectomia o per prenotare una visita presso uno dei centri specialistici a Como, si vedano i recapiti indicati nella sezione contatti.

 
 
 
 
 
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